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Il giardino dei supplizi

 

Titolo originale

Il giardino dei supplizi

Autore

Octave Mirbeau

1ª ed. originale

1899

Il giardino dei supplizi (Le Jardin des supplices in francese) è un romanzo dello scrittore francese Octave Mirbeau pubblicato nel 1899 [1], durante l’Affare Dreyfus, che fa da sfondo al romanzo [2].

Ironicamente e simbolicamente, Mirbeau l'ha dedicato « Ai Preti, ai Soldati, ai Giudici, a tutti coloro che educano, istruiscono e governano gli uomini ».

Trama

Il romanzo è composto di tre parti[3] .
"Il Frontespizio" presenta una discussione fra intellettuali di salone sulla « legge dell'omicidio » e, secondo loro, sembra che la società, colle sue leggi, non faccia altro che moderare e indirizzare questo bisogno primitivo. La prima parte della narrazione che segue, intitolata "In missione", è une caricatura grottesca degli ambienti politici della Francia della Belle Époque.

La seconda parte, "Il Giardino dei supplizi", precisamente, è la relazione di una passeggiata di due Europei, la sadica ed isterica inglese Clara e l'anonimo narratore francese, nel mezzo del giardino delle torture del bagno penale di Canton, giardino infernale e paradisiaco [4], dove si pratica l'arte della tortura secondo antiche pratiche cinesi [5]. Clara approva e condivide tali pratiche e ne trae piacere sessuale.

Clara, di cui non conosciamo il nome di famiglia, è un’Inglese dai capelli rossi e dagli occhi verdi, non sposata, ricca e bisessuale, vive in Cina [6], conduce un’esistenza apparentemente noiosa, ma dedicata alla ricerca di di piaceri perversi. Molto emancipata, sia finanziariamente e sia sessualmente, liberata dalle leggi oppressive dell’Occidente che, secondo lei, impediscono lo sviluppo delle libertà dell’individuo [7]. Ogni settimana visita le galere della città per assistere agli atroci supplizi inflitti ai condannati a morte, per lo più innocenti o colpevoli di leggeri misfatti. Lei arriva a sedurre il narratore, un imbroglione convertito alla politica e diretto verso Ceylan, dove l’ha inviato, per una missione che non ha niente di scientifico, il ministro suo protettore per sbarazzarsene. Diventata la sua amante, lo conduce fino in Cina, dove gli fa conoscere le dolcezze della sua amica. Dopo due anni di separazione in cui il narratore ha seguito una spedizione a Annam, lei esercita tutto il suo potere su di lui[8], fino a soggiogarlo ed umiliarlo. I supplizii e le condanne a morte finiscono in un crescendo di orrori e di orgie e, durante una crisi isterica di questa « femme fatale » [9], la gettano in un’estasi, da cui si desta come purificata, dopo quella specie di « piccola morte » [10].

litho

Auguste Rodin, litho per Le Jardin des supplices, Ambroise Vollard, 1902

Commento

Questo romanzo iniziatico e decadente è una « mostruosità letteraria » affascinante [11], dove le scene erotico-sadiche di supplizi-delizi [12], si mescolano alle descrizioni esuberanti di fiori [13], ad argomentazioni politico-filosofiche e a uno stupendo esercizio d’umorismo nero [14]. Mirbeau denuncia l’inferno delle società, occidentali ed orientali, che schiacciano i poveri e sono fondate sull’assassinio [15].

Ma il giardino dei supplizi simboleggia anche l’inferno della condizione degli uomini, che sono tutti condannati alla sofferenza ed alla morte, ed illustra il ciclo vitale della vita che non può avere fine [16].

Clara

L’énigmatico personaggio di Clara, ha tutto del personnaggio fantasmatico [17], senza alcun legame con una realtà plausibile, a tal punto che il narratore dal viso ormai distrutto arriva a chiedersi, come in preda a un incubo se lei non sia un prodotto della sua immaginazione : « Non è forse lei nata dalla mia vita dissoluta e dalla mia febbre ?… Non è lei forse una di quelle impossibili immagini, come ne genera l’incubo ?... Una di quelle tentazioni che la lussuria ne crea nell’immaginazione dei pazzi e degli assassini ?... Non sarebbe lei cosa diversa dalla mia anima, uscita fuori da me, mio malgrado, e materializzata sotto forma di peccato ?… »

Ma in fondo anche Clara è masochista nella misura in cui lei tende a mettersi al posto del suppliziato, le cui sofferenze sono, ai suoi occhi, una fonte inesauribile d’estasi [18]. Questa donna perversa fa l’apologia della « lussuria » in tutte le sue forme poiché vi vede « la perfezione dell’amore », in quanto « tutte le facoltà cerebrali dell’uomo si rivelano e si affinano » e che « solo attraverso la lussuria » si può raggiungere « lo sviluppo totale della personalità ». Ed è a questa lussuria così concepita che vuole iniziare il nostro timido narratore [19].

Sebbene questo personaggio sembri sia in totale contraddizione con l’umanesimo del dreyfusard Octave Mirbeau, per via di questo suo vanto di essere « un mostro », il romanziere arriva a mettere in bocca alla sua eroina articoli da lui pubblicati sul colonialismo inglese e francese [20], a tal punto che il lettore può essere sconcertato eticamente ed esteticamente.

Simile donna è l’illustrazione della concezione fine secolo della donna fatale, che tratta l’uomo come uno zimbello e gode delle sue umiliazioni [21]. Sadica e guardona, prova un intenso piacere, crescente, ad assistere ai penosi supplizi inflitti ai condannati a morte, secondo la nota e consumata arte cinese [22].

Traduzioni

IL GIARDINO

Edizione italiana del 1917

  • La prima edizione in lingua spagnola de El Jardín de los suplicios fu pubblicata a Barcellona nel 1900 (Casa Editorial Maucci, traduzione di Ramon Sempau et C. Sos Gautreau).

  • Il libro venne tradotto in inglese e pubblicato nel 1903[23]

  • La prima traduzione italiana del Jardin des supplices è quella di Decio Cinti, Il Giardino dei supplizi, Milano, Sonzogno, 1917, 174 pagine. Da quella del 1920 (Milano, Istituto Editoriale Italiano) a quella del 2006 (Milano, Lupetti), ci sono state 20 altre edizioni! L'edizione della Società Editrice Attualità (1966), che tradisce l'originale, è intitolata Perversioni e torture nell'antica Cina... Oltre Decio Cinti, i traduttori sono A. D. Repossi, Giuseppe Piemontese, Mario Scala, Roberta Maccagnani, Enrico De Angelis, Fabio Vasarri, Mariella Giacometti e Violante Marinetti.

  • Per le traduzioni in altre lingue, vedere Pierre Michel, Bibliographie d’Octave Mirbeau, Société Octave Mirbeau, 914 pagine ; e Octave Mirbeau en toutes langues, Société Octave Mirbeau, 2018, 217 pagine.

Edizioni (parziale)

Octave Mirbeau, Le Jardin des supplices, Fasquelle, 1899, pp. 327.

Il Giardino

Octave Mirbeau, Il giardino dei supplizi, in Massimo Rizzardini (a cura di),
I Rimossi, Lupetti, 2009, pp. 177.

Trasposizioni

Il romanzo è stato trasposto nell'omonimo film erotico francese del 1976, diretto da Cristian Gion e interpretato da Jean Claude Carriere, nella parte del medico francese Antoine Derieux, e Jacqueline Kerry, nella parte di Clara.

Bibliografia e collegamenti esterni

--- Note ---

1. Pierre Michel, Prefazione del Jardin des supplices, in Œuvre romanesque di Octave Mirbeau, Buchet/Chastel - Société Octave Mirbeau, 2001, vol. II, p. 133-154.

2. Pierre Michel, « L’affaire Dreyfus », in Dictionnaire Octave Mirbeau, 2011, e Pierre Glaudes, « Entre diatribes et allégorisme satirique : l’affaire Dreyfus dans Le Jardin des supplices et Le Journal d’une femme de chambre », in Octave Mirbeau, une conscience au tournant du siècle, Studi francesi, n° 184, estate 2018.

3. (EN) Romana Byrne, Brutal beauty, in Aesthetic Sexuality: A Literary History of Sadomasochism, Bloomsbury Publishing USA, 2013, pp. 49. URL consultato il 21 luglio 2018.

4. Christian Limousin, « Monet au jardin des supplices », , n° 8, 2001, p. 256-277.

5. Claire Margat, « Ensauvager nos jardins », in Les Carnets du paysage, 2003, p. 27-45.

6. Gianna Quach, « Mirbeau et la Chine », Cahiers Octave Mirbeau, n° 2, 1995, p. 87-100.

7. Pierre Michel, « Octave Mirbeau : “gynécophobe” ou féministe ? », in Un siècle d'antiféminisme, Fayard, 1999.

8. Pierre Michel, « Les rôles sexuels à travers les dialogues du Calvaire et du Jardin des supplices d’Octave Mirbeau », in Aux frontières des deux genres, Karthala, 2003, p. 381-399.

9. Bertrand Marquer, « L’Hystérie comme arme polémique dans L’Abbé Jules et Le Jardin des supplices », Cahiers Octave Mirbeau, n° 12, 2005, p. 52-68.

10. Julia Przybos, « Délices et supplices : Octave Mirbeau et Jérôme Bosch », in Octave Mirbeau , Presses de l’Université d’Angers, 1992, p. 207-216.

11. Pierre Michel, « Le Jardin des supplices, ou : du cauchemar d’un juste à la monstruosité littéraire », introduzione al Jardin des supplices, Éditions du Boucher, 2003, p. 3-31.

12. Jean-Luc Planchais, « Clara : supplices et blandices dans Le Jardin », Cahiers Octave Mirbeau, n° 8, 2001, p. 47-57.

13. Christian Limousin, « Monet au jardin des supplices », Cahiers Octave Mirbeau, n° 8, 2001.

14. Arnaud Vareille, « Humour noir », in Dictionnaire Octave Mirbeau, 2011.

15. Ioanna Chatzidimitriou, « Le Jardin des supplices et les effets discursifs du pouvoir », Cahiers Octave Mirbeau, n° 14, p. 35–47 : e Fernando Cipriani, « Un giardino mostruoso e crudele a misura della società decadente : Le Jardin des supplices », in Dal discorso letterario al discorso sociale, Sigraf Edizioni Scientifiche, Pescara, 2007, p. 221-266.

16. Pierre Michel, prefazione del Jardin des supplices, in Œuvre romanesque d’Octave Mirbeau, Buchet/Chastel - Société Octave Mirbeau, t. II, p. 133-154 ; e Samuel Lair, « Une illustration littéraire du mythe de l'Éternel Retour : Le Jardin des supplices, d'Octave Mirbeau (1899) », in Studia Romanica Posnaniensa, Poznan, vol. XXV, 2008, p. 49-65.

17. Elena Real, « El espacio fantasmático del jardín en El Jardín de los suplicios de Octave Mirbeau », in Jardines secretos : estudios en torno al sueño erótico, Edicions de la Universitat de Lleida, 2008, p. 191-206.

18. Pierre Michel, « Masochisme », in Dictionnaire Octave Mirbeau, 2011.

19. Robert Ziegler, « Utopie et perversion dans Le Jardin des supplices », Cahiers Octave Mirbeau, n° 11, 2004, p. 91-114.

20. Pierre Michel, « Colonialisme », in Dictionnaire Octave Mirbeau, 2011.

21. Elena Real, « L'Imaginaire fin-de-siècle dans Le Jardin des supplices », in Octave Mirbeau, Presses de l’Université d’Angers, 1992, p. 225-234.

22. Michel Delon, « L'Ombre du Marquis », in Octave Mirbeau, Presses de l'Université d'Angers, 1992, p. 393-402.

23. (EN) Anne Witchard, Gardens in Literature, in British Modernism and Chinoiserie, Edinburgh University Press, 2015.

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